Maggio 03, 2024

Siena. Un aiuto concreto per i gatti e i cani in difficoltà che si trovano in alcune strutture dei territori della Toscana, dell’Umbria e dell’Alto Lazio. È quello che darà Etruria Retail grazie a una serie di iniziative in programma nel mese di agosto.  

20mila pasti per cani e gatti. Il primo progetto nasce dalla collaborazione tra il gruppo leader della grande distribuzione dell’Italia Centrale e Almo Nature, azienda specializzata negli alimenti per animali e da sempre impegnata nella tutela e difesa degli animali, al 100% di proprietà della Fondazione Capellino che ha come finalità la salvaguardia della biodiversità. Etruria Retail e Almo Nature doneranno 20mila pasti, 10mila ciascuno, a strutture del territorio che ospitano gatti e cani. 

Un piccolo gesto può fare la differenza. La seconda iniziativa, dal titolo “La ciotola è servita”, coinvolge direttamente i clienti dei supermercati a marchio Carrefour della rete di Etruria Retail e si svolge in collaborazione con l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA). Dal 17 al 27 agosto prossimi, nei punti vendita aderenti, sarà possibile acquistare e donare un prodotto pet, lasciandolo nel carrello dedicato all’iniziativa all’uscita del punto vendita. I volontari dell’ENPA si occuperanno di distribuire gli alimenti per cani e gatti raccolti nelle strutture del territorio.

“Il tema del benessere degli animali, così come quello della vicinanza al territorio – afferma Paolo Corridori, responsabile marketing di Etruria Retail – è per noi un valore centrale. Con queste iniziative, portate avanti insieme ad Almo Nature e Fondazione Capellino in collaborazione con ENPA, vogliamo sottolineare quanto sia importante prendersi cura degli animali in difficoltà. Spesso – conclude Corridori – anche piccoli gesti possono dare un aiuto concreto”. 

“Con questo progetto al fianco di Etruria Retail ed ENPA, con orgoglio ci schieriamo, ancora una volta, in prima linea e con concretezza, nella difesa del benessere e dei diritti dei nostri compagni animali – dichiara Pier Giovanni Capellino, fondatore di Almo Nature e Presidente della Fondazione Capellino – Almo Nature è, infatti, già da tempo attiva in Italia e all’estero anche attraverso il progetto Companion for Life che ha l’obiettivo di superare la cultura dell’abbandono favorendo, attraverso #AdoptMe, le adozioni con donazioni di alimenti in situazioni di particolare difficoltà, e lavorando, con #RespectMe, a una nuova normativa europea per inserire cani e gatti nello Stato di Famiglia”.

Almo Nature, il brand di pet food attivista interamente di proprietà della Fondazione Capellino, incarna il modello della Reintegration Economy per cui tutti i ricavi dell’azienda, dedotti costi e tasse, vengono destinati alla tutela della biodiversità, a cui la fondazione si dedica e lavora.

 

 

Comunicato stampa 

Elettra Pr
Ludovica Solfanelli
Account Executive

 

Photo: Alessandro Grandoni

 

Ieri, 3 aprile, l'Istituto Superiore della Sanità ha fatto sapere, attraverso Umberto Agrimi. direttore del Dipartimento sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria, che gli animali da compagnia non diffondono il Coronavirus, queste le parole del direttore Agrimi: "Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via principale di trasmissione. Tuttavia, poiché la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili a SARS-CoV-2, è importante proteggere gli animali di pazienti affetti da COVID-19, limitando la loro esposizione".

Anzi, gli studi che stanno portando avanti hanno evidenziato come gli animali domestici siano suscettibili al virus e possono essere contagiati dall'uomo. Sempre nel documento redatto per l'ISS si legge come "su 800 mila casi confermati nel mondo di COVID-19 nell’uomo, sono solamente 4 i casi documentati di positività da SARS-CoV-2 negli animali da compagnia: due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio. In tutti i casi, all'origine dell'infezione negli animali vi sarebbe la malattia dei loro proprietari, tutti affetti da COVID-19".

I dati a disposizione non sono tantissimi, ma suggeriscono che l'esposizione degli animali a SARS-CoV-2 possa dare luogo ad infezioni asintomatiche oppure alla manifestazione della malattia

Nei due cani e nel gatto di Hong Kong l'infezione si è evoluta in forma asintomatica, mentre nel gatto del Belgio si è sviluppata con sintomi che hanno portato vomito, anoressia, difficoltà respiratorie, dissenteria e tosse. Il gatto è migliorato spontaneamente dopo nove giorni dal presentarsi della malattia.

Agrimi sottolinea come "in tutti e 4 i casi descritti, gli accertamenti diagnostici sono stati condotti mediante tecniche molecolari e, al momento, non sono disponibili dati di isolamento virale, utili a definire con maggiore certezza lo stato di infezione".

L'ISS ribadisce come non esista nessuna evidenza scientifica che possa affermare che cani e gatti diffondano il virus, ma che in quei quattro casi sono stati vittime incolpevoli. Proprio la possibilità che gli animali domestici possano contrarre l'infezione pone domande sulla loro gestione qualora il proprietario sia affetto da COVID-19. Per ora le raccomandazioni sono quelle di adottare comportamenti che riducano al minimo l'esposizione degli animali al contagio, evitando contatti con il paziente.

Queste informazioni sono divulgate dall'Istituto Superiore di Sanità, ma sono relative alle conoscenze che sia hanno fino ad oggi sul virus SARS-CoV-2, quindi sono in rapida evoluzione. 

 

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