Aprile 28, 2024

Nonostante l'accesso ai cani si sia ampliato, ancora in molti luoghi i nostri amici a 4 zampe non possono entrare: musei, parchi naturalistici, gallerie d'arte ecc...

A Viterbo, invece, l'Orto botanico Angelo Rambelli ha permesso l'entrata a cani e padroni, nel rispetto delle principali regole di educazione.

Lo scorso anno è stata organizzata anche una passeggiata a 6 zampe all'interno dell'orto botanico, una visita guidata il cui ricavato è stato donato alle cure e al mantenimento dei cani randagi. 

L'Orto Botanico 'Angelo Rambelli' è una struttura dell'Università degli Studi della Tuscia preposta alla didattica universitaria, alla ricerca, alla conservazione ex situ/in situ, alla divulgazione e riveste un ruolo fondamentale nella diffusione delle conoscenze scientifiche.

Ogni anno si organizzano corsi tematici, manifestazioni e mostre volte a divulgare una conoscenza di base del mondo vegetale che ci circonda, l'ultimo è il corso teorico-pratico per il riconoscimento dei funghi (clicca qui per maggiori informazioni).  

L'Orto è stato ufficialmente inaugurato alla presenza del Ministro per l’Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica il 24 marzo 1991.

L'Orto botanico sorge a circa 300 metri s.l.m. vicino la sorgente termale del Bulicame, e si estende su una superficie di circa 6ha a ovest di Viterbo. All'interno dell'Orto si possono ammirare, oltre ad un'enorme varietà di piante e fiori, anche quattro opere che diversi artisti hanno donato all'Ateneo: 

Orto-I di Francesco Narduzzi è un’iscrizione incisa su pietra al bordo di uno specchio d’acqua dell’Orto Botanico

Chirone di Patrick Alò è un grande centauro in ferro creato con un’operazione artistica che vede il recupero di materiale industriale dismesso in contrasto con il soggetto della scultura che rimanda invece all'antichità classica.

Formica 2070 di Stefano Di Maulo è una grande formica incisa su pietra.

L’onda opera dell’artista marchigiano Attilio Pierelli, proveniente dal suo Museo di sculture iperspaziali a Bomarzo, è qui per espresso desiderio dell’artista (scomparso nel 2013) dal 2012. Nata per stare all’aperto, la scultura in acciaio inox finemente lucidato, è costituita da fogli di lamine specchianti variamente piegate a formare superfici ondulate da cui si genera un campo di riflessi deformanti in continua mutazione, a seconda dei punti di vista e delle condizioni ambientali, che coinvolgono lo spettatore restituendolo ad uno spazio dell’immagine, irreale, estetico.

L’Orto Botanico ospita alcune collezioni vegetali, aggregate per criteri tassonomici o fitogeografici e alcune ricostruzioni ambientali, compatibili con le caratteristiche climatico-pedologiche dell’area, caratterizzata da forti escursioni termiche annuali (min -10°C max 40°C) e da un suolo di natura fortemente calcarea. Troviamo vari alboreti, tre tipi di giardini differenti, una zona denominata Deserto, il roseto, il palmeto, diverse collezioni floreali, la macchia mediterranea, la serra tropicale (che ospita orchidee, banani, mimose sensitive, diverse specie di passiflore ecc.), e diversi tipi di percorsi (piante a rischio, piante allergeniche, piante utili ecc.).

Interessante anche il sistema delle acque che dà vita a laghetti e ruscelli che percorrono l'intera struttura e con i loro suoni trasportano il visitatore in un mondo incantato, un vero paradiso.

L'accesso ai cani è consentito seguendo semplici regole


• I cani devono essere sotto controllo, non rappresentare pericolo per sé o per altri.
• I cani dovranno essere condotti al guinzaglio 
• Non è idoneo portare cani particolarmente aggressivi nei confronti di persone e altri cani.
• Il proprietario è tenuto a raccogliere le deiezioni.

     

L'orto botanico rispetta i seguenti ORARI:

Dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00

Dal 1 aprile 2019 al 16 giugno 2019 aperto anche la domenica dalle 15:00 alle 19:00

Festivi CHIUSO tranne: 1 maggio, 2 giugno, 25-26 maggio

INGRESSO:

Intero - 5€

Ridotto - 3€

Gratuito per bambini fino a 6 anni, studenti dell'Università degli Studi della Tuscia, diversamente abili con accompagnatore 

VISITE GUIDATE:

Disponibilità di visite guidate per un minimo di 10 persone € 7,00 (previa prenotazione). Per gruppi di minimo 20 persone € 6.00 (previa prenotazione).
Scolaresche € 3,50 (previa prenotazione).
Disponibilità di visite guidate previa prenotazione, anche all’Erbario - tel +39 0761 357244

Per scaricare il pieghevole con le informazioni principali clicca qui

 

Strada Bullicame s.n.c., 01100 Viterbo
Tel. +39 0761357028  +39 0761357020 
Fax +39 0761357028
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Web: http://www.ortobotanico.unitus.ithttp://www.http://www.erbario.unitus.it

   

La prima tappa del nostro giro del Lazio, con cane al seguito, ci ha visti approdare in terra viterbese, precisamente nei paesini di Vitorchiano e Celleno

Io, Alessandro ed Olivia siamo arrivati a Vitorchiano verso le 14 di un venerdi di agosto, cercavamo un posto dove mangiare qualcosa di tipico, ma senza spendere una fortuna, e che accettasse i cani. Abbiamo trovato subito un ristorante molto carino, ristorante Zafferano, che proponeva un'offerta interessante, ho chiesto al proprietario se fosse stato un problema accomodarci portando con noi il cane, lui, giustamente, ha chiesto agli altri ospiti presenti... tutti d'accordo, finalmente potevamo mangiare! Olivia, nonostante l'odore proveniente dalla carne alla brace dei nostri vicini prima, e dai nostri piatti poi, è stata bravissima, si è comportata da bravo cane educato facendoci ricevere molti complimenti sia dal ristoratore che dai vicini di tavolo. 

Dopo l'ottimo pranzo siamo entrati nel paesino vero e proprio, un gioiellino secondo me. Il paesino come lo intendo io che per più di trent'anni ho avuto la fortuna di passare le estati al paese nativo di mio padre, nelle Marche. 

 

Il paesino è posto su una rupe, la rupe di peperino, e le abitazioni sembrano essere state plasmate da quella pietra che ha avuto origine dalle eruzioni del Monte Cimino, un tempo vulcano, creando un effetto spettacolare, soprattutto se lo si osserva dalla parte più nuova del paese. Stradine e odori tipici del borgo antico hanno fatto da cornice alla nostra passeggiata durante la quale abbiamo scoperto molti affacci (terrazze) dalle quali osservare il paesaggio agreste circostante, se avessimo avuto più tempo avremmo intrapreso il percorso naturalistico.

Al termine della passeggiata abbiamo ripreso la macchina per dirigerci a Celleno, il borgo fantasma di cui abbiamo appreso l'esistenza dai cartelli turistici posti sulla strada principale di Vitorchiano, insieme alla scoperta di questo borgo particolare ne abbiamo fatta un'altra: l'esistenza di un Moai sul territorio vitorchianese.

Il Moai, unico esistente fuori dall'Isola di Pasqua, non è antico, ma è stato costruito nel 1990 da undici indigeni Maori, invitati dalla trasmissione Rai "Alla ricerca dell'Arca" per un programma di gemellaggio culturale. La produzione Rai si adoperò nella ricerca di una pietra simile a quella con cui sono fatti i Moai originali, che si stanno deteriorando, e la trovò a Vitorchiano. Un enorme blocco di peperino fu scolpito a mano dagli undici maori grazie all'aiuto di asce e pietre taglienti. Al termine del lavoro (circa 4 settimane) gli indigeni danzarono intorno alla scultura e cantarono canti polinesiani durante la cerimonia che concludeva lo sforzo dei lavoratori. Il Moai è una scultura sacra che, secondo i Maori, porta prosperità al luogo che osserva, a patto che non venga mai spostata, se viene mossa dal punto in cui viene scolpita, provoca grandi sciagure. E' anche per questo che lo spostamento della scultura, dal centro della piazza, all'inizio dell'abitato è stato malvisto, ma alla fine la grande statua è stata spostata ed ora osserva Vitorchiano dall'altra parte della forra. 

Dopo una ventina di minuti di auto siamo arrivati a Celleno, questo borgo è molto simile al più famoso Civita di Bagnoregio (nel quale siamo stati l'anno prima di prendere Olivia!), ma condannato da avvenimenti più tragici.: alla fine dell'800 un violento terremoto costrinse la maggior parte degli abitanti ad abbandonare le proprie case, la friabilità della roccia diede origine a nuove frane fino a quando tutti gli abitanti si spostarono nel nuovo abitato, poco lontano.

Noi tre siamo arrivati direttamente all'ingresso del ponte che porta nella parte vecchia del paese, quella abbandonata a causa del terremoto, dopo una breve salita ci siamo ritrovati in una piazza, circondati da macerie e rovine che rendevano il paesaggio spettrale e misterioso. Un brevissimo percorso guidato porta i turisti a vedere più da vicino le rovine ed i resti delle chiese (San Donato e la chiesa di San Carlo) e dei palazzi (tra cui il palazzo Orsini) che un tempo formavano il borgo medievale; il campanile della chiesa si staglia alto nel cielo, ma le campane non suonano più da secoli. Girovagando per il paesino abbiamo potuto vedere le abitazioni sventrate e le cantine sottostanti agli edifici che non possono essere raggiunte perchè pericolanti o interrate, dal borgo medievale si può godere della splendida vista del paesaggio della Tuscia.

      

Terminato il giro nella parte vecchia di Celleno, ci siamo fermati a fare delle foto e a fare amicizia con i padroni di altri due cani che ci avevano dato il benvenuto appena arrivati, poi siamo risaliti in macchina in direzione di Roma, ma l'ora suggeriva un'ulteriore sosta per un breve aperitivo quindi, sulla strada del ritorno, ci siamo fermati in un bar alle porte di Ronciglione, precisamente al bar Rio Vicano, dove la cameriera ci ha fatto sapere che non c'erano problemi se avessimo voluto accomodarci all'interno insieme ad Olivia, ma abbiamo preferito restare fuori e goderci gli ultimi minuti all'aria aperta prima di tornare nella torrida città eterna.

Al termine della prima tappa di queste vacanze con il cane posso affermare che i posti che abbiamo visitato sono pet-friendly, e che si mangia e beve benissimo!

A presto con una nuova avventura!

     

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