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Cani nei luoghi pubblici, cosa dice la legge?
C'è molta confusione sulla regolamentazione di questo argomento, spesso capita di leggere post sui social che creano ancora più confusione a causa dell'ignoranza delle persone che non spendono due secondi per verificare se certe informazioni siano vere oppure no.
Proviamo a fare chiarezza partendo dall'articolo 83 del Regolamento di Polizia Veterinaria (D.P.R. n.320/1954) il quale recita testuali parole (per leggere l'intero regolamento clicca qui):
Art. 83. Il sindaco deve provvedere alla profilassi della rabbia prescrivendo: a) la regolare notifica, da parte dei possessori, di tutti i cani esistenti nel territorio comunale per la registrazione ai fini della vigilanza sanitaria e per la applicazione della tassa cani. A tale scopo deve essere riportato nel registro, oltre alle generalita' del possessore, anche lo stato segnaletico degli animali rilevato dal veterinario comunale; b) l'applicazione al collare di ciascun cane di una speciale piastrina che deve essere consegnata ai possessori all'atto della denuncia; c) l'obbligo di idonea museruola per i cani non condotti al guinzaglio quando si trovano nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico; d) l'obbligo della museruola e del guinzaglio per i cani condotti nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto. Possono essere tenuti senza guinzaglio e senza museruola i cani da guardia, soltanto entro i limiti dei luoghi da sorvegliare purche' non aperti al pubblico; i cani da pastore e quelli da caccia, quando vengono rispettivamente utilizzati per la guardia delle greggi e per la caccia, nonche' i cani delle forze armate e delle forze di polizia quando sono utilizzati per servizio.
Partendo dal presupposto che questo articolo si inserisce all'interno di un Regolamento finalizzato alla prevenzione e denuncia delle malattie infettive degli animali (non solo cani o gatti) per le quali si descrivono determinate disposizioni, possiamo leggere come per la prevenzione della rabbia, i sindaci debbano mettere in atto alcune disposizioni per la conduzione dei cani nelle pubbliche vie o in altri luoghi aperti al pubblico.
Il problema nasce quando molte persone credano che sia obbligo dei commercianti permettere l'accesso ai cani nei propri esercizi pubblici, poichè si crede, sbagliando, che il negozio, bar, ristorante o quanto altro, siano luoghi pubblici, ma non è così. I negozi sono luoghi aperti al pubblico, ma non pubblici, come invece possono essere gli uffici o il comune.
Stesso problema lo ritroviamo leggendo l'art. 1, comma 3 lettera a dell'Ordinanza Martini del 3 agosto 2015 che recita:
3. Ai fini della prevenzione di danni o lesioni a persone, animali o cose il proprietario e il detentore di un cane adottano le seguenti misure: a) utilizzare sempre il guinzaglio a una misura non superiore a mt 1,50 durante la conduzione dell'animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni;
Occorre fare chiarezza sui concetti di luogo pubblico e luogo aperto al pubblico:
Sono i luoghi di proprietà dello Stato, accessibili al pubblico. In questi luoghi il cane può entrare con guinzaglio e museruola.
Sono i luoghi che, pur essendo di proprietà privata, sono accessibili al pubblico (negozi, bar, ristoranti ecc.) secondo le regole di accesso e le limitazioni che il proprietario o gestore stabiliscono. Nel caso di accesso, il cane deve essere condotto con guinzaglio o museruola.
Esiste un divieto europeo che vieta l'accesso degli animali nei luoghi in cui vengono preparati, trattati o conservati gli alimenti, è il Reg. CE n, 852/2004 che potrete leggere cliccando qui.
Poi esiste una vasta regolamentazione formata da decreti e leggi comunali che variano da comune a comune rendendo la vita dei padroni di cani ancor più difficile. Occorrerebbe documentarsi ogni volta che si decide di recarsi in un determinato luogo, ma comprendo che sia quasi impossibile vista anche la confusione esistente on line e la difficoltà di reperire informazioni in altri modi.
A mio parere, lo Stato dovrebbe legiferare in tal senso creando una legge che sia uguale per tutti ed applicabile in ogni luogo del paese.