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Ieri, 3 aprile, l'Istituto Superiore della Sanità ha fatto sapere, attraverso Umberto Agrimi. direttore del Dipartimento sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria, che gli animali da compagnia non diffondono il Coronavirus, queste le parole del direttore Agrimi: "Non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici giochino un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2 che riconosce, invece, nel contagio interumano la via principale di trasmissione. Tuttavia, poiché la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili a SARS-CoV-2, è importante proteggere gli animali di pazienti affetti da COVID-19, limitando la loro esposizione".
Anzi, gli studi che stanno portando avanti hanno evidenziato come gli animali domestici siano suscettibili al virus e possono essere contagiati dall'uomo. Sempre nel documento redatto per l'ISS si legge come "su 800 mila casi confermati nel mondo di COVID-19 nell’uomo, sono solamente 4 i casi documentati di positività da SARS-CoV-2 negli animali da compagnia: due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio. In tutti i casi, all'origine dell'infezione negli animali vi sarebbe la malattia dei loro proprietari, tutti affetti da COVID-19".
I dati a disposizione non sono tantissimi, ma suggeriscono che l'esposizione degli animali a SARS-CoV-2 possa dare luogo ad infezioni asintomatiche oppure alla manifestazione della malattia.
Nei due cani e nel gatto di Hong Kong l'infezione si è evoluta in forma asintomatica, mentre nel gatto del Belgio si è sviluppata con sintomi che hanno portato vomito, anoressia, difficoltà respiratorie, dissenteria e tosse. Il gatto è migliorato spontaneamente dopo nove giorni dal presentarsi della malattia.
Agrimi sottolinea come "in tutti e 4 i casi descritti, gli accertamenti diagnostici sono stati condotti mediante tecniche molecolari e, al momento, non sono disponibili dati di isolamento virale, utili a definire con maggiore certezza lo stato di infezione".
L'ISS ribadisce come non esista nessuna evidenza scientifica che possa affermare che cani e gatti diffondano il virus, ma che in quei quattro casi sono stati vittime incolpevoli. Proprio la possibilità che gli animali domestici possano contrarre l'infezione pone domande sulla loro gestione qualora il proprietario sia affetto da COVID-19. Per ora le raccomandazioni sono quelle di adottare comportamenti che riducano al minimo l'esposizione degli animali al contagio, evitando contatti con il paziente.
Queste informazioni sono divulgate dall'Istituto Superiore di Sanità, ma sono relative alle conoscenze che sia hanno fino ad oggi sul virus SARS-CoV-2, quindi sono in rapida evoluzione.
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