Novembre 25, 2024

Si sbaglia a pensare che la centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, sia disabitata dal 1986, anno del disastro nucleare. Nella zona di esclusione (di circa 30 km attorno alla struttura), vivono oltre 250 cani randagi e moltissimi gatti, figli e nipoti di tutti gli animali domestici che trent'anni fa furono abbandonati dalle persone evacuate dalla città.

Questi animali sono sopravvissuti non soltanto alle radiazioni, ma anche alle uccisioni di massa effettuate dai militari sovietici a Pripyat, visto che era impossibile riuscire a radunare tutti gli animali contaminati.

Questi cani e gatti iniziarono a vivere ai margini della città, ed oggi sono costretti a vivere vicino la centrale nucleare a causa dei lupi e dalla mancanza di cibo. Nella centrale hanno trovato riparo e cibo, offerto dalle oltre 3.500 persone che ogni giorno lavorano lì. 

Gli operai per molto tempo hanno sfamato gli animali con i loro avanzi, sono riusciti a dargli riparo all'interno della centrale durante i gelidi inverni, ma i lavoratori sono diminuiti, e con essi le risorse alimentari. I cani di Chernobyl malnutriti e spesso malati, hanno colpito Lucas Hixson ed il suo collega Erik Kambarian, due ricercatori americani specializzati nello studio delle radiazioni che hanno visitato l'Ucraina per lavoro nel 2013.

Dopo questa visita i due ricercatori hanno deciso di fondare, nel 2016, la Clean Futures Fund che raccoglie fondi per aiutare le persone malate ed i cani della città di Chernobyl. E' stato sviluppato un programma di tre anni insieme ad alcuni partners (tra cui l'azienda Kong, The Animal Rescue Site e molti altri) per gestire la popolazione dei cani randagi nella zona di esclusione di Chernobyl. La raccolta fondi è necessaria per portare i veterinari alla centrale e per vaccinare e sterilizzare cani e gatti presenti, soprattutto contro la rabbia, la malattia che maggiormente colpisce questi animali e mette a rischio anche gli operai della zona. Oltre alle malattie, anche la malnutrizione e i predatori selvaggi mettono a repentaglio la vita di cani e gatti.

Secondo la CFF oltre ai cani della centrale e di Chernobyl City, moltissimi altri vivono in vari punti della zona di esclusione. Qualche anno fa la centrale nucleare assunse una persona per catturare ed uccidere i randagi, poichè si trovò senza fondi per aiutare questi animali. La CFF con le sue raccolte fondi è riuscita a salvare molti di questi animali e, nel 2019, per la prima volta, le autorità di Chernobyl hanno consentito di far adottare 54 di questi cuccioli fuori dall'Ucraina. Ora questi fortunati cani vivono tra il Canada e gli Stati Uniti, ma molti altri sono ancora randagi ed ogni anno nascono nuovi cuccioli (una cosa interessante da notare è che la maggior parte dei cani che vive lì non supera i 5 anni, sono quasi assenti cani di oltre 6 anni). 

La fondazione cerca continuamente fondi, nel triennio è riuscita a costruire una clinica veterinaria, ma riesce ad operarci solamente nei mesi invernali e grazie ai medici veterinari ed agli infermieri volontari.

Con le vaccinazioni ed i controlli sanitari si mantiene la popolazione sana e si allontana la minaccia della rabbia, diffusa nella zona, con la sterilizzazione si è riusciti a far diminuire la popolazione canina, ma i cani da sfamare sono comunque tanti, grazie a Nestlè Purina cani e gatti vengono nutriti, ma gli sforzi della fondazione per mantenere questi animali sono enormi, è per questo che si cercano sempre nuove donazioni.

I cani ed i gatti di Chernobyl non si danno per vinti e fanno da cornice ad un luogo spettrale nel quale, già da anni, molti turisti vanno e vengono per osservare quel che rimane di una città distrutta.

Chiunque fosse interessato a donare clicchi qui.

Per maggiori informazioni circa i progetti della Clean Future Fund, clicca qui.

 

Fonte foto: https://cleanfutures.org/

 

 

 

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