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Fotografare i cani, molti artisti lo hanno fatto e continuano a farlo, ma le opere di William Wegman non si possono imitare, il fotografo statunitense, insieme ai suoi amati Weimaraner ha dato vita ad una delle mostre più particolari che ci siano. Da più di quarant'anni il bracco di Weimar è il protagonista delle opere di Wegman, dal 7 settembre in mostra al MASI Lugano.
Un rapporto, quello tra fotografo e cane iniziato, tanti anni fa con Man Ray, al quale sono seguiti molti altri cuccioli, tra cui Fay Ray, Chip e Crooky, le fotografie non sono un gioco di ritocco, ma il frutto dell'intensità del rapporto del fotografo con i suoi cani. Le immagini mostrano cani che lavorano, che si occupano di arte, giocano, mostrano un cane umanizzato, questi cani incarnano l'uomo ed i suoi interessi. Alcuni animali posano con sicurezza, altri sono più incerti, ma in entrambi i casi rispecchiano l'animo umano.
Le immagini mostrano un cane cardinale, un dog sitter e, nella foto Perhaps religious (2004) la sindone di un cane!
La rassegna di Lugano, intitolata William Wegman - Being Human, mostra oltre cento immagini, tra polaroid e stampe a pigmenti e video degli anni Settanta. La mostra, curata da William Evin è divisa in varie sezioni: Gente come noi, Nudi, Racconti, Cubismo, Feste in maschera, Seduto!, Allucinazioni, Campiture di colore, Vogue.
I Weimaraner non fungono da soggetti in posa, ma sono protagonisti veri e propri delle opere di Wegman, l'artista è riuscito a mostrare l'animo umano dei cani.
Walker Evans (2017) Perhaps religious (2004)
Informazioni sull'evento:
William Wegman - Being Human
dal 7 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 presso il MASI Lugano LAC in Piazza Bernardino Luini, 6 - Lugano.
Fonte foto: https://lisasettegallery.com/artist/william-wegman/
Il Museum of Fine Arts di Boston ha deciso di ampliare il numero dei propri dipendenti assumendo Riley, un Weimaraner di circa tre mesi.
Il cagnolino verrà impiegato, dopo un percorso di addestramento impartitogli dalla padrona, Nicki Luongo, responsabile dei servizi di sicurezza del museo, per stanare tarme e parassiti pericolosi per le opere d'arte. L'idea dell'addestratrice è quella di riuscire a far segnalare a Riley l'opera con presenza di parassiti, invisibili all'occhio umano, così da poter poi ispezionarla e prendere provvedimenti.
Il progetto del Mfa è unico, la tutela delle opere d'arte non era mai stata affidata ad un cane (vero e proprio), ma i nostri amici a quattro zampe non è la prima volta che vengono inseriti in progetti riguardanti le opere d'arte, sono molti i cani utilizzati per scovare quadri e libri rubati, questo per cercare di frenare il mercato del contrabbando d'arte.
Il lavoro di Riley sarà svolto durante gli orari di chiusura del museo, all'interno del quale sono custodite circa 450 mila opere, che lo posizionano come quinto museo degli Stati Uniti per numero di opere.
Ecco il video di presentazione di Riley
Fonte foto: profilo instagram Mfaboston