Novembre 25, 2024
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In un precedente articolo (Trasportino o kennel per cani: cosa è e come si usa) avevamo spiegato cos'è il trasportino e come far si che il nostro cane ci si avvicini ed entri senza problemi.

Il nostro amico Moreno Sartori, presidente della M&M Dog's Trainers A.S.D. ed educatore cinofilo, aveva iniziato a spiegare una delle tecniche utili per far sì che il cane potesse entrare nel kennel e rilassarsi. Il lavoro prevedeva l'eliminazione della porta e del "tetto" del trasportino, oggi oggi vedremo come far entrare il cane nel trasportino una volta messa al proprio posto la parte superiore dello stesso.

Al termine dell'articolo potrete vedere il video esplicativo.

E' molto importante ricordare che il trasportino non deve essere visto dal cane, nè dal padrone, come una punizione. Il kennel è utili per limitare la mobilità del cane in alcune situazioni, siano esse di sicurezza in caso di trasporto, oppure per far calmare il cane agitato in un determinato momento.

Una volta sistemato il trasportino con la parte superiore agganciata, dovremo cercare di invogliare il cane ad entrarci, per far questo potremo aiutarci con dei bocconcini che possono essere inseriti dentro al kennel. Potrebbe accadere che il cane non si fidi subito e non entri all'interno, ma esplori il trasportino piano piano, diamogli il tempo necessario per capire cosa deve fare e cosa sia lo strumento che si trova di fronte. Possiamo anche provare ad aiutarci proponendo il bocconcino dalla grata posteriore del trasportino. 

Dobbiamo far capire al cane che deve fare ciò che faceva con il trasportino aperto: entrare e girarsi senza uscire in retromarcia. Saranno necessarie più o meno ripetizioni, ma il tutto deve essere svolto con calma, senza far agitare il cane che potrebbe collegare all'esperienza una sensazione negativa. 

Appena il cane sarà entrato nel trasportino, dovremo premiarlo prima che esca, così da confermare la posizione desiderata. Potrebbe accadere che il cane manifesti gli atteggiamenti acquisiti nel passaggio precedente, quindi potrebbe sdraiarsi in una posizione rilassata, in questo caso dovremo elogiare il cane e premiarlo.

Per non creare ulteriore stress al cane, cerchiamo di non allontanarci troppo dal trasportino e continuare a premiarlo fino a quando mantiene la posizione che desideriamo. 

Quando ci rendiamo conto che il cane è tranquillo all'interno del trasportino, possiamo provare ad alzarci, rimanendo sempre vicini, lo premiamo se resta tranquillo nonostante il nostro movimento. Il passo successivo sarà quello di allontanarci un pochino dalla porta del trasportino, oppure di spostarci di lato, in una posizione in cui al cane sarà più difficile tenerci sotto controllo. Ricordiamoci di premiare sempre l'atteggiamento giusto.

Nel caso in cui il cane volesse uscire, lasciamoglielo fare, è giusto che sperimenti che in qualunque momento, almeno per ora, può uscire senza essere obbligato a rimanere all'interno. 

I passi successivi saranno quelli di inserire il cancello che chiuderà il cane all'interno del kennel e allontanarci dal cane, ma questo verrà spiegato nel prossimo video di Moreno Sartori. 

Ecco il VIDEO riassuntivo e contenente il lavoro dell'avvicinamento al trasportino con l'aggiunta della parte superiore.

 

Socializzazione del cane, parola molto utilizzata nell'ambito cinofilo, ma anche dal significato confuso. Spesso sentiamo accostarla a cani adulti, altre volte a cuccioli, in alcuni contesti ci si riferisce alla socializzazione ma si sta parlando di altro.

Moreno Sartori, presidente della M&M Dog's Trainers A.S.D. ed educatore cinofilo, ha provato a fare chiarezza, ecco a cosa dobbiamo pensare quando parliamo di socializzazione.

Siamo tutti assolutamente d’accordo nell’affermare che il cane è un animale sociale. In condizioni di selvaticitá vive in branchi, mentre quando è domestico trova riscontro ed appoggio sociale negli individui con cui vive, siano essi solo esseri umani o conspecifici.

Perché vengano strutturate le condizioni ideali di socialità, devono verificarsi eventi specifici in momenti specifici della vita dei cane. Per esempio dalla 4ª alla 8ª settimana di vita, è necessario che il cane abbia contatti con i suoi simili, al fine di riconoscersi come appartenente a quella specie, questa viene definita socializzazione intraspecifica. Dalla 8ª alla 12ª settimana di vita, è invece importante che il cucciolo venga messo a contatto con tutte specie differenti dalla sua, compreso l’essere umano, con l’intento di riconoscerle come non pericolose, pertanto tranquillamente “frequentabili”. Dalla 12ª alla 16ª settimana di vita invece, è necessario esporre il cane a tutte le situazioni ambientali possibili ed immaginabili, affinché non sviluppi particolari paure inerenti agli ambienti/situazioni. Questo gli permetterà di affrontare con il massimo dell’apertura qualunque cambiamento andremo a vivere insieme a lui.

I riferimenti in termini di settimane, possono variare in funzione della taglia del cane, infatti i soggetti di dimensioni maggiori, tendono ad avere una crescita fisica ed emotiva più lenta rispetto a quelli più piccoli. Ciò nonostante al termine di questi tre importanti periodi principali di socializzazione, il cane perde gradualmente la capacità di essere esposto costruttivamente a tutte le situazioni precedentemente descritte. Questa è la causa principale dell’insorgenza di alcune delle problematiche di comportamento più diffuse.

Da tempo ormai si sta delineando in Italia una tendenza concettualmente rischiosa, si sente parlare sempre più spesso di percorsi di socializzazione e/o classi di socializzazione in cui i cani coinvolti sono, per età, fuori dal periodo effettivo in cui questo può accadere. Questa condizione, di per sé potrebbe anche non essere particolarmente importante, purtroppo però molte persone si convincono davvero di poter cambiare il loro cane a livello comportamentale, semplicemente inserendolo in questi contesti che dovrebbero favorire la socializzazione. Molto spesso, i cani che partecipano con una certa regolarità a queste situazioni, tendono a costituire una sorta di branco che  funge da contenimento per gli individui appena inseriti. Il risultato ottenuto, anche con soggetti caratterialmente difficili, è spesso apprezzabile. E c’è una ragione, ma non è quella in cui normalmente il proprietario spera.  

Purtroppo, e lo dico perché sarebbe davvero molto bello ottenere risultati stabili nel tempo con questa modalità, il cane sentendosi accerchiato da stimoli che ritiene pericolosi e non potendoli affrontare tutti insieme, tende ad avere un comportamento assolutamente pacifico con tutti. Questo permane fino al momento in cui non rivive una situazione di incontro uno a uno, infatti appena il cane ritiene di poter far fronte nuovamente a ciò che ritiene un pericolo, purtroppo manifesterà nuovamente quelli che sono i suoi comportamenti abituali.

Dobbiamo pertanto fare attenzione ad operare scelte finalizzate alla risoluzione delle problematiche che originano dalla scarsa socializzazione, poiché senza un programma specifico, i margini di recupero sono davvero molto bassi. 

Pur avendo fatto questa precisazione, sono convinto che queste situazioni siano favorevoli, poiché, come dicevo in apertura dell’articolo, il cane è un animale con una socialità davvero molto  spiccata, di conseguenza ogni occasione di interazione con i suoi simili e da considerarsi una buona cosa. La condizione migliore parte però da una buona socializzazione nei periodi giusti e non quando il cane ha già raggiunto la maturità.

Se frequenti con una certa regolarità un’area cani, hai sicuramente individuato i soggetti equilibrati e quelli non equilibrati.  Per semplificare puoi definire equilibrato il cane che in una situazione di confronto con i conspecifici, tende ad operare scelte pacifiche. Invece meno, o per nulla equilibrato, è il soggetto che coglie ogni occasione di interazione per manifestare comportamenti aggressivi. Prestando attenzione a quanto ti accade intorno, potrai effettuare una cernita abbastanza accurata di cani che possono interagire con il tuo. Tieni però presente, che in alcuni casi, quando il cane risulta fuori dai periodi di socializzazione, l'unica modalità per ottenere un miglioramento gestionale è quella di lavorare esclusivamente sull'abitudine alla presenza di conspecifici. Questo non farà del tuo cane un individuo socievole, ma lo renderà sicuramente meno suscettibile agli incontri "a rischio", soprattutto se il lavoro vieni improntato sull'opportunità che sia il proprietario a prendere decisioni relative ad ogni singolo incontro.

Non voglio in alcun modo sminuire la figura di educatori o istruttori cinofili che possono efficacemente monitorare un incontro tra cani, dico solo che osservando con attenzione ciò che ti circonda, puoi decidere con la discreta approssimazione quali cani sono più adatti ad interagire con i propri simili. Ricorda inoltre che i comportamenti aggressivi, non sono da condannare o giustificare devono essere considerati come il campanello d’allarme di una condizione emotivamente difficile. Le manifestazioni di aggressività, andrebbero monitorate tanto dal proprietario, quanto da chiunque abbia “contatti” con questi cani, che difficilmente possono acquisire nuovi comportamenti duraturi dal semplice incontro con i loro simili.

Concludendo, se hai sotto casa situazioni similari e sei in grado di riconoscerle, scegliendo con cura le interazioni per il tuo cane,  stai già facendo un ottimo lavoro che gli consente di esprimere al meglio la sua socialità.

Ricorda comunque, che qualora sia tu nella posizione di avere un cane che fatica a relazionarsi con gli altri, ci sono spesso buone opportunità di miglioramento, soprattutto quando viene costruito da una persona competente un programma ad hoc, in grado di costruire fiducia in se stesso ed abbassare il livello della sua preoccupazione. Purtroppo, spesso le scelte migliori, sono quelle che prevedono un impegno maggiore.

 Ecco un video che riassume quanto detto nell'articolo:

 

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