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Quando arriva un cucciolo in casa la prima cosa che dovrà apprendere è che esiste una GERARCHIA.
Anche se può sembrare una parola difficile in realtà il concetto è molto semplice: ciascun componente della famiglia in cui vivrà ha un ruolo e delle responsabilità ben precise, e lui avrà le sue.
Ed ora vi illustro il modo in cui questo è stato spiegato al nostro bambino dall'educatore cinofilo.
Dunque, la nostra famiglia per il cucciolo diventa il suo "branco" ed ogni branco che si rispetti ha bisogno di un "capobranco", perché è così che funziona in natura. Fin qui ci siamo, vero?
Il capobranco sarà papà!
E a questo punto lancio un'occhiata feroce all'educatore, che finge di non vedere, mentre il neo nominato capobranco gongola soddisfatto...
Poi viene la mamma!
E tutti i miei bei discorsi sulla parità e sull'uguaglianza fatti a mio figlio vanno a farsi benedire... Ma pazienza, è così che funziona il branco! E pazienza se poi nella pratica sarò IO ad occuparmi del cucciolo e dei suoi bisogni a tempo pieno, vengo comunque declassata al secondo posto!!!
Dopo vieni tu... e infine viene Bowie!
Mio figlio guarda il suo cucciolo quasi a volersi scusare, e qui intervengo per rassicurarlo: "Guarda che è per il suo bene, Bowie ha bisogno di capire che può fidarsi di noi, che saremo delle guide affidabili e sicure ma anche ferme e decise se farà il furbetto!"
Di seguito tutte le regole da mettere in atto per far apprendere al nuovo membro della famiglia il suo ruolo e le sue responsabilità: mangerà sempre dopo di noi, il cibo gli sarà dato in un certo modo, uscirà per ultimo dalla porta di casa, non sosterà sulla soglia ecc ecc...
Facile no? In teoria sì, in pratica un po' meno. Leggete e capirete.
Ore 6,30 del mattino: suona la sveglia del capobranco e si sveglia anche il sottoposto cucciolo che da la sveglia anche al resto del branco! È così che funziona in natura pare... Scendiamo in cucina a caccia del cibo. Io, completamente stordita dal sonno, dimentico il mio ruolo e riempio la ciotola del cane prima della mia... All'improvviso mi sovviene in mente la mia superiorità gerarchica, ma ormai è troppo tardi! La ciotola brilla vuota lucidata a specchio...
Mi guardo intorno spaurita, per fortuna il resto del branco non si è accorto di nulla.
Dopo aver ripreso un briciolo di lucidità e dopo aver pulito il pavimento da un paio di pipì sparpagliate in giro a causa dei miei miei riflessi, non proprio da tigre della savana, che non hanno colto i segnali lanciati dal cucciolo sui suoi bisogni fisiologici, è ora di accompagnare il bambino a scuola. Non prima di aver rincorso per chilometri intorno al tavolo della cucina figlio naturale e figlio adottivo. Nel marasma generale rischio di infilare il grembiule al cane e di mettere il guinzaglio al bambino, che non sarebbe poi una cattiva idea...
Arriviamo alla porta e "Maaammaaa!!! Bowie deve uscire per ultimo, ricordati!" urla mio figlio che quando si tratta di far rispettare le regole agli altri è infallibile.
Giusto giusto, rientro in casa trascinandomi dietro il cucciolo che si era già fiondato in strada e metto in atto le tecniche per abituarlo alla regola, quando mi sembra che abbia capito varco la soglia e mi impiglio con la bretella dello zaino di mio figlio nella maniglia della porta, Bowie interpreta il mio tentativo di liberarmi come un "ok, tocca a te" e si infila sotto le mie gambe per uscire. Junior corre in nostro soccorso ma resta imprigionato nel guinzaglio. Adesso siamo tutti e tre insaccati in mezzo alla porta, e del capobranco, che dovrebbe essere il nostro leader indiscusso e il nostro salvatore, nemmeno l'ombra!
Intanto sono le 8:29, la campanella è già suonata da 4 minuti e non abbiamo ancora comprato la merenda.
Bowie è alquanto perplesso, secondo me sta seriamente meditando di cercarsi un branco più affidabile... Alle 8:36 stiamo volando verso l'ingresso della scuola cercando di arrivarci interi, ci giungiamo prima che sia necessario la giustificazione per il ritardo e che il bidello chiuda il cancello. Mentre torno verso l'auto mi sento stranamente appesantita e non capisco il perché, poi vedo la mia ombra stagliata per terra e realizzo che ho dimenticato di consegnare lo zaino a mio figlio! Con uno scatto da gazzella inseguita da un leone (ecco perché si chiama branco allora!) mi ritrovo nell'atrio della scuola e con passi felpati da ghepardo cerco di passare inosservata fino alla classe di mio figlio. Niente da fare: la sentinella della savana mi fiuta e... "Svegliarsi un poco prima no eh?!"
Prima delle 6:30???
Per un momento mi viene voglia di muoverla a compassione raccontandole della levataccia all'alba e del disincagliamemento dalla porta e dal guinzaglio con cane al seguito, però poi ci ripenso, non capirebbe... lei non vive in un branco.
La foto ci è stata donata da Sonia
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I cuccioli, umani e non, sono fogli bianchi da colorare.
È questo che pensavo mentre osservavo junior e Bowie durante la seconda lezione del percorso educativo.
È un'emozione grande assistere ai loro progressi, sono due spugne che assorbono con estrema naturalezza quanto viene loro insegnato. Imparano uno dall'altro un linguaggio comune che diventa strumento di intesa e di gioco alimentando ed accrescendo la loro complicità. I frutti di questo percorso sono già evidenti: junior non accusa più Bowie di "non collaborare" come faceva al suo arrivo in questa casa, quando si aspettava ingenuamente dal suo cucciolo qualcosa che lui non era in grado di offrirgli semplicemente perché digiuno di regole e di riferimenti.
Dal canto suo Bowie ha smesso già dopo la prima lezione di vedere il suo piccolo umano come "bersaglio" dei suoi giochi esuberanti; non gli salta più addosso rischiando di mandarlo a gambe all'aria con l'entusiasmo incontenibile dei suoi 4 mesi, e ha capito che non deve più "rosicchiarselo"! Si è stabilito un clima di rispetto che non penalizza in alcun modo l'aspetto ludico e gioioso ma, al contrario, lo esalta negli più aspetti divertenti.
Superata la fase di adattamento e di sconvolgimento della novità adesso posso affermare che siamo tutti più sereni.
La strada è ancora lunga, tutti noi abbiamo molto da imparare e soprattutto mettere in pratica, ma abbiamo già iniziato a colorare le pagine di questa nuova avventura insieme.
Sono convinta che quando qualcuno entra a far parte della nostra vita la prima domanda che dovremmo porci non dovrebbe mai essere <cosa può fare per me> ma bensì <cosa sono disposta a fare affinché nessuno dei due sia deluso>. Come sta facendo junior. Malgrado le grandi aspettative che aveva (comprensibilissime in un bambino della sua età, soprattutto considerando che la sua precedente cucciola era totalmente asservita a lui!) ha avuto la capacità di capire che con Bowie e su Bowie deve svolgere un lavoro importantissimo prima che lui riesca ad offrirgli ciò che si aspetta. Cresceranno insieme, si aiuteranno a vicenda con la consapevolezza di poter contare uno sull'altro.
Decidendo di affidarci ad un esperto cinofilo pensavamo di investire soprattutto sull'educazione di Bowie... Invece, forse il risultato più importante lo otterremo con junior che per la prima volta comprenderà cosa vuol dire meritarsi qualcosa e impegnarsi per ottenerla.
Senza le basi non può esistere l'altezza.
La foto ci è stata donata da Sonia
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A 10 giorni e 5 kg in più dal suo arrivo in casa, ieri Bowie ha fatto il primo incontro con l'educatore cinofilo, persona molto preparata nonché nostro grande amico!
Le prime nozioni sono state impartite in casa, alla presenza di tutta la famiglia, come è buona norma, soprattutto quando c'è un bambino piccolo.
Sono estremamente soddisfatta dalla risposta del cucciolo ai numerosi stimoli cui è stato sottoposto e soprattutto dal comportamento tenuto dal mio piccolo grande ometto durante tutta la lezione! È sorprendente assistere a quello che un cucciolo di pochi mesi riesca ad apprendere in pochissimo tempo!
Confesso che mi sono emozionata e commossa nel vedere i miei cuccioli lavorare insieme, e mi sono dovuta trattenere dal piangere per non disturbarli... Bowie ha brillantemente superato le prove a cui l'educatore l'ha sottoposto, anche quando era un po' disorientato ha dimostrato pazienza e un' ottima capacità di "ragionamento" nel rispondere a comandi per lui ancora sconosciuti. A junior, con tatto e delicatezza, sono stati insegnati l'importanza della gestualità nel rapportarsi con il suo amico ed il riconoscimento dei segnali non verbali che lui manda a noi umani per manifestare il suo stato d'animo.
Sono state due ore intense, durante le quali io ho rispolverato le regole di cui ero già a conoscenza ed altre nuove ne ho apprese.
Il tutto in un clima disteso e rilassato e presentato al bambino come un gioco interessante e divertente ma anche come un impegno da svolgere con pazienza e costanza.
Il nostro percorso con Bowie durerà tutto il tempo necessario al raggiungimento dei nostri obiettivi che altro non sono che avere un cane educato dentro e fuori casa. Un amico fedele ed affidabile, sempre sotto controllo ed in sicurezza. Per poter godere pienamente e con serenità il lunghissimo tratto di vita che percorreremo insieme...
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La foto ci è stata donata da Sonia